La tradizione del Presepe di Natale
In latino praesepe indicava una greppia, quindi una mangiatoia, ma contemporaneamente poteva indicare anche un recinto chiuso dove venivano tenuti ovini e caprini.
Fu in quel lontano 1223 che San Francesco, trovandosi a Greccio ideò la Sacra Rappresentazione.
Francesco non mise il Bambino, Maria e Giuseppe, ma soltanto una mangiatoia, il bue e l’asino.
Chiara Frugoni, massima esperta della vita di San Francesco, ci ricorda che il bue, metaforicamente indica il popolo ebraico, mentre l’asino il popolo pagano. Essi, inoltre, sono presenti solo nei Vangeli Apocrifi.
Figure di grandissima importanza sono i Tre re Magi.
È il Vangelo di Matteo che ci dice che essi venivano dall’Oriente, guidati da una stella e che donarono oro, incenso e mirra. Papa Leone Magno dice che offrono l’incenso a Dio, la mirra all’uomo e l’oro al re.
L’oro offerto dal vecchio Melchiorre, il cui nome deriva da Melech che significa re, è il simbolo dell’essenza divina del Cristo come re dell’universo. Baldassarre offre l’incenso simbolo del Dio, mentre Gaspare offre la mirra che prefigura la passione e la morte di Gesù.
Giovanni dice,infatti, che fu sepolto dopo essere stato unto con mirra e aloè.
« Si dispone la greppia, si porta il fieno, sono menati il bue e l’asino. Si onora ivi la semplicità, si esalta la povertà, si loda l’umiltà e Greccio si trasforma quasi in una nuova Betlemme. » TOMMASO DA CELANO
Antonella Avagnano